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al testo di Stelvio Di Spigno
Leggenda (Lungomare Caboto - Gaeta)
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Da "Formazione del bianco", Manni, Lecce 2007
Tra gli scogli e le piante non c’è soltanto una direzione del vento, ma anche un lampo percorso in lontananza, un alito ferrigno, una bocca di roccia che si sposta e scandisce l’impronta che ogni passante paga alla sua vita intera.
Così dovrebbe essere, veloce, come uno scatto o un neon, l’apertura del mondo in quei pochi centimetri, in quell’attimo, prima che il camminante se ne accorga che non è solo un corpo e non ha voce come me, mentre lo sto a guardare, e fugga, come sempre, lì dove può fingere di non essere ancora transitato.
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